Lotta al doping nell'atletica leggera
Sabato 23 Marzo alcune classi 5° del Morselli hanno partecipato all’incontro tematico: "Lotta al Doping". Il convegno si è svolto in aula Fiandaca e ha relazionato l’esperto tecnico regionale della FIDAL, Salvo Pisana, il quale è riuscito a creare con i ragazzi una grande sinergia attraverso l’informazione tematica che l’argomento presentava. Il relatore ha trattato le origini del termine doping, fino ad arrivare alla pratica illegale diffusa nei vari paesi.
La lotta al doping ha inizio in Italia all’inizio degli anni 60, quando la Federazione medico-sportiva italiana, propose la definizione di doping come "assunzione di sostanze dirette ad aumentare artificiosamente le prestazioni in gara del concorrente pregiudicandone la moralità, l'integrità psichica e fisica"; una definizione che pose in risalto l'aspetto etico e la lealtà dell'atleta e i suoi principi morali.
Infatti tale pratica costituisce un atto sportivo illecito perché procura un vantaggio acquisito slealmente, provoca rilevanti danni organici, promuove tra i giovani un modello sportivo alterato e mina la credibilità dello sport in generale e dello sport agonistico in particolare.
Il Comitato Olimpico Internazionale, nel 1967, istituisce una commissione medica, preposta ai controlli e alle analisi, e definisce una lista di sostanze dopanti, illecite e proibite a cui l’atleta è obbligato a sottoporsi.
Tale attività è considerata illegale ed è regolamentata dalla legge 376/2000 che definisce reato penale l’uso di sostanze dopanti in quanto minano la salute e la lealtà sportiva.
Successivamente, nel 2009, l’agenzia internazionale WADA (World Anti-Doping Agency) ha ampliato il concetto di doping affermando la responsabilità penale non solo per chi fa uso ma anche per chi procaccia, prescrive e/o somministra i farmaci o cerca di alterare il risultato delle analisi.
Dalle informazioni date e dalla visione dei filmati, i ragazzi hanno acquisito le conoscenze basilari legate al fenomeno del doping e valutata la pericolosità dell’uso di queste sostanze, non solo tra gli atleti professionisti, ma soprattutto tra i tanti giovani che svolgono attività sportiva a livello amatoriale o tra i frequentatori delle palestre. Purtroppo, a volte, pur di raggiungere risultati immediati, non si valutano i rischi legati all’assunzione di queste sostanze che inevitabilmente causano danni irreversibili e permanenti alla salute compromettendo la realizzazione di obiettivi a lungo termine.